“Ti amo”. È un ossimoro. Sono due concetti totalmente antitetici.
“Amo” è l'infinito, l'ineffabile, l'immenso, è il cuore, è il sentimento, sono le ali dell'uomo che decide di volare, è l'uomo che si annulla, si apre a quella sensazione che è...tutto, è in tutto, è così magnifica, lo fa sentire meravigliosamente piccolo, minuscolo, eppure parte, partecipe di qualcosa di più grande. Sì, “amo” significa riconoscersi piccoli di fronte alla grandezza dei sentimenti, della vita, dei pensieri, delle sensazioni. E decidere di viverli, farsi trasportare, cullare. È...indescrivibile.
“Ti”... “ti” è l'esatto opposto. Significa rinchiudere tutta quella immensa grandezza in un altro essere minuscolo, significa chiudere milioni e milioni di porte per aprirne una, minuscola, e guardare solo quella, con l'illusione che l'infinito sia lì. L'uomo che ama ha accarezzato l'infinito, si è lasciato accarezzare dal suo cuore, è in armonia con tutto il resto, vede dietro ogni insignificante particolare un briciolo di luce che lo convince che il mondo è qualcosa più che semplice materia. L'uomo “ti” ha smesso di guardarsi attorno. Non ricerca più l'armonia con il resto degli uomini, animali, piante, oggetti. L'uomo “ti” ha un solo chiodo fisso in testa, guarda un unico piccolo puntino e si chiude attorno ad esso, guarda solo quello, tutto il resto gli scorre accanto, senza minimamente sfiorarlo.
Siamo sempre più persuasi che l'amore sia per una persona sola. E che amore significhi dedicarsi ad essa, vivere con essa. E tutto il resto ci scorre accanto, come se nulla fosse. Io non voglio amare UNA persona. Io voglio che una persona mi faccia amare. Amare tutto. Non voglio che mi conceda la chiave della sua porta, così che io possa rintanarmi sempre lì. Voglio che mi accompagni mentre apro tutte le altre.
“Dio sta dietro a tutto, ma tutto nasconde Dio; le cose sono buie, le creature opache; amare un essere è renderlo invisibile” (Victor Hugo). Quanto più ci si concentra su quel singolo essere, quanto più lo si osserva e non si cerca di andare oltre, tanto più tutto il resto perde significato, sfugge, scompare. È l'effimero gioco delle nostre illusioni. Se con quel “ti amo” vogliamo intendere “amo te e solo te”, se vogliamo così rinchiudere un sentimento potenzialmente infinito in un minuscolo anfratto, in un minuscolo puntino...l'amore muore, l'amore è morto. E di seguito accadrà che quel singolo puntino sovrasterà tutto il resto, prima le meraviglie del mondo e degli altri esseri, poi noi stessi, fino a farci scomparire. Lo osserviamo, lo nutriamo, ci avvolgiamo in esso, non smettiamo di coccolarlo e perdiamo di vista tutto il resto. Come diceva Anthony de Mello “Quando godi del profumo di migliaia di fiori, non ti sentirai triste per l'assenza di uno solo”. E se invece ti focalizzi su uno solo, fai dipendere tutto da esso, allora ti perderai il profumo di tutto il resto, ti perderai tutta la magia circostante, ne guarderai uno solo, il quale ti soddisferà per un po', ma che potrebbe poi voltarti le spalle, abbandonarti, o semplicemente non soddisfarti più. E ti crogiolerai per la perdita, convinto che l'amore, l'infinito, sia andato perduto per sempre. Non è così. Non l'hai mai neanche sfiorato. L'amore sono tutti gli altri fiori, l'amore sei tu che decidi non solo di annusarli, ma di lasciare che il loro profumo ti inebri, di lasciare che quanto ti viene offerto ti scorra dentro, di accettarlo. Non è una scelta che riguarda un oggetto esterno, è una scelta che riguarda esclusivamente noi. Scegliere di “aprire” quella porta e lasciare che tutto ci faccia visita, ci si offra e ci aiuti a volare sempre più in alto. E, secondo questa definizione di amore, l'altro non è più fine, scopo, ma mezzo. Non è più ciò verso cui è diretto il nostro sguardo, ma E' il nostro sguardo. E questo non è più un “ti amo”, è un più generico “amo”, forse neppure quello. Forse solamente un...non ha importanza definirlo...sarebbe ancora una volta rinchiuderlo entro delimitati e statici confini, quando è un qualcosa di illimitato, dinamico, eterno, ineffabile...
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