domenica 11 gennaio 2009

La piccola storia di 'cuore'

C'era una piccola parola, 'cuore', stampata su un foglio di carta. Aveva di fianco a sé molti amici, molte altre parole, dall'eccentrica 'confusione' alla semplice 'fiore', dall'altezzosa 'ragione' alla pigra 'sonno'. E cuore guardava di fianco a sé il suo mondo, dalla frase che formavano lei e le sue vicine più strette, fino al lungo discorso del libro che componevano. Però sentiva la mancanza di qualcosa. È vero, erano tante, volevano sicuramente dire qualcosa, stavano tranquille nel loro piccolo mondo. Però cuore era sognatrice, e mentre le altre parlavano tra loro e si guardavano attorno, cuore rivolgeva il suo sguardo in alto, verso un mondo di cui si sentiva il pallido riflesso, verso una speranza, un bisogno che sentiva palpitare in petto e che le annebbiava i sentimenti.
Un giorno capitò uno strano episodio. Cuore era ancora giovane, arrivata su quel foglio da poco tempo, come tutte le sue compagne. Uno scossone le fece sussultare tutte, e una grande luce le abbagliò, a poco a poco ottenebrata da un fugace sguardo che su di esse si posava. “È lui!” pensò cuore. Dietro a quegli occhi vedeva sé stessa. Ma non il nero e statico inchiostro di cui era composta. Vedeva un “qualcosa” che le dava colore, dinamicità, che la faceva saltare da una parte all'altra, che la faceva giocare allegramente assieme alle altre parole, anch'esse colorate, vivaci, limpide, dinamiche. Eppure erano sempre loro. Si guardò nuovamente attorno e rivide le sue amiche, sulle quali la sopraggiunta luce aveva gettato un po' di scompiglio, ma che erano rimaste intatte, ferme, chiaramente stampate. Alzò nuovamente lo sguardo e iniziò a girarle la testa, in un turbine di emozioni che non credeva neanche di poter sentire, di poter vivere. Era curiosa, voleva provare ad andare oltre, a vedere quell'altra faccia di sé che non sapeva di conoscere. Allora si decise, saltò dentro a quegli occhi, lasciò le sue compagne e si diresse verso l'ignoto, quell'immenso nuovo mondo che un po' la spaventava, ma che la incuriosiva terribilmente e la faceva sentire più...”più”! Non era un più definibile, solo un più. Un vero più. Che le piaceva tantissimo. Arrivò dentro a quello sguardo, si arrampicò fin sull'origine di quello, e da quella postazione guardò oltre. Lo sguardo si era spostato dal libro, che era stato dolcemente chiuso, e si volgeva verso una grande luce, a cui cuore non era mai stata abituata, e che, sulle prime, la abbagliò. Pian piano riuscì a riaprire gli occhi e vide uno spettacolo magnifico: era un grande disco dorato, che emanava un calore che la fece candidamente sussultare, e, nella sua semplicità, le diceva di stare tranquilla, di camminare ancora per godere di altre dolci emozioni come quelle appena vissute. Lo sguardo si spostò ancora, e si posò su una figura che cuore non aveva mai neppure immaginato. A guardarla le veniva in mente una sua vecchia compagna, 'ragazza', ma al tempo stesso era totalmente diversa. Era colorata, era sorridente, si muoveva, cantava! E aveva anche lei due fantastici occhi. Lo sguardo si soffermò proprio su quelli. Cuore li osservò, trepidante. E vide una cosa che non si aspettava. Rivide sé stessa. Era ancora lei. Ma era colorata di un'infinità di altre sfumature differenti, danzava in un ritmo dolce e allegro, giocava, cantava, sorrideva. Guardò sé stessa, come ad uno specchio, e un complice sguardo la invitò a ricambiare il sorriso. Lo fece, e sentì sé stessa, l'altra sé stessa e il mondo circostante investite da un dolce tepore che...la fece sentire ancora più “più” di prima! Non ci avrebbe mai creduto, eppure era così! Si sentiva più...”più” di prima. E non stava guardando altro che una delle infinite sfumature di sé stessa. Era felice. Con entusiasmo saltò ancora oltre, oltre il primo sguardo, oltre il secondo, oltre le altre sfumature di sé, planò dolcemente sul libro, riprese il suo posto, e guardò nuovamente in alto, felice. Alzò un dito e indicò, a tutte le sue compagne, quel magico universo che le si era appena dischiuso.

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