domenica 23 novembre 2008

Yes we can...pffffft

Tutti gioiscono! Ha vinto Obama! Il suo slogan “yes we can” è diventato il motto di una moltitudine di persone che è arrivato a crederlo: si, possiamo. Possiamo cambiare. Possiamo cambiare il mondo, possiamo migliorare l'economia, possiamo portare giustizia. Per carità, lungi da me criticare questo messaggio di speranza, che in parte condivido e di cui mi sento anche partecipe.
Però non è un singolo personaggio a poter cambiare le cose.
Tantomeno se questo personaggio non ha effettivamente il potere di cambiarle.
Ci sono due importanti considerazioni da fare: un singolo uomo non ha il potere di cambiare il sistema, un uomo che vuole rovesciare il sistema non diventerà mai e poi mai il presidente degli stati uniti d'america.

Il presidente degli usa non ha il potere di cambiare effettivamente le cose. "Nel consiglio di governo dobbiamo stare attenti all'acquisizione di una influenza illegittima, voluta o meno, da parte del complesso militar-industriale. Il rischio di uno sviluppo disastroso di un potere usurpato esiste e continuerà. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa unione minacci le nostre libertà o il processo della democrazia." disse il presidente Eisenhower nel suo discorso d'addio alla carica presidenziale nel 1961. Tralasciando il discorso un po' fantasioso di oscuri e loschi figuri che dietro le quinte manovrano il mondo (il complottismo mi ha sempre dato un po' sui nervi), limitiamoci ad osservare come stanno le cose, sul palcoscenico.
Obama ha vinto le elezioni, con stragrande maggioranza. Ha convinto il popolo facendo leva sul bisogno di cambiamento, sul bisogno di una svolta, sulla necessità di aiutare maggiormente la popolazione (gli strati più bassi soprattutto). Può un uomo che il sistema politico americano ha accettato poter cambiare realmente le cose? No. Se quell'uomo sta lassù, ora, è perché fa comodo che stia lassù, perché ha ricevuto il consenso non solo della popolazione, ma del mondo politico e soprattutto finanziario, quello che detiene il vero potere negli stati uniti e nel mondo intero. Basta guardare chi ha finanziato la sua campagna elettorale: 1.662.280 dollari ricevuti dai colossi farmaceutici, e quasi 50 milioni ricevuti dal comparto salute e assicurazioni. Moltissimi americani richiedono a gran voce un sistema sanitario accessibile e gratuito, alla portata di tutti, soprattutto di quegli oltre 40 milioni di americani che, non potendoselo permettere, non ne beneficiano affatto, non hanno alcuna assistenza medica. Come si può pensare che un uomo che vuole rovesciare questo sistema venga dallo stesso finanziato? Quei 50 milioni di dollari sono stati investiti, con l'intento di riceverne un lauto tornaconto.
Il presidente degli stati uniti d'america ha moltissimi vincoli, non critico il personaggio in sé, ma chi va a coprire quel ruolo è innanzitutto voluto da tutti gli organi politicamente influenti, e qui parlo non del popolo, ma delle multinazionali, dei colossi farmaceutici, petroliferi, assicurativi, delle banche. Lo stesso Obama vuole una maggiore presenza militare in Afghanistan. Così non si combatte il terrorismo, si incita all'odio, si fomentano gli aspri conflitti che sussistono tra il mondo occidentale e quello cosiddetto “incivile”, barbarico quasi.
E, oltre tutto questo, un singolo uomo non può cambiare le cose. È tutto il mondo occidentale a marciare sopra questo sistema, a goderne i frutti, a beneficiare dello sfruttamento dell'80% della popolazione mondiale. Per cambiare realmente le cose non serve una riforma dall'alto, non serve una rivoluzione politica o altro. Per sperare di cambiare realmente le cose dovrebbero aprire gli occhi 6 miliardi di persone. E io la vedo dura, decisamente dura.

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