giovedì 6 novembre 2008

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“Se Dio non esiste tutto è permesso”. (Fedor Dostoevski)

L'uomo ha una natura animale, bestiale. L'uomo è una bestia (“homo homini lupus”...), un mentecatto essere che ha come obiettivi quei pochi, istintivi ed innati, bisogni che la natura gli ha imposto. Come la sopravvivenza, la salvaguardia della prole, e poco altro. Tra questi è innegabile quanto NON rientri la vita sociale, la formazione di una comunità. Questa può essere tuttalpiù subordinata a quegli obiettivi, ma non è ciò a cui è finalizzato l'uomo e ciò per cui è stato creato, no.
L'uomo è estremamente egoista, le prove sono sotto gli occhi di tutti. La finalità di questa società, basata su un sistema monetario, è il profitto. E il profitto per l'uomo non è che un accrescimento delle sue comodità e dei suoi beni. Un elegante e grazioso contorno ai suoi istintivi bisogni. Anzi, forse questo è diventato il suo bisogno. Non che lo fosse per natura, però lo è diventato, corrotto com'è da questo sistema di cose. Vi torna? Secondo queste premesse ben si spiega la direzione intrapresa dal genere umano. L'uomo, lupo per gli altri uomini, pensa egoisticamente a sé e a sé soltanto, cerca di ingannare gli altri, li sfrutta mascherandosi dietro a false parole o ipocriti atteggiamenti, per il SUO bene. Non funzionano così anche molti dei tanto idolatrati rapporti amorosi? O vi illudete del contrario? Un ragazzo sta con una ragazza per soddisfare i suoi egoistici bisogni: una scopata ogni tanto, per sentirsi al centro della vita di qualcun altro (oh quanto non ci fa sentire importanti e indispensabili tutto ciò), per far star male una persona, per farla dipendere da sé, per sfogare i propri animaleschi istinti...continuo? Cambio argomento? Parliamo di carità: molte persone si sentono in colpa, inutili e rigettate dalla società, fare carità significa dare a sé stessi l'illusione di valere qualcosa in più di quello che in realtà si vale, significa fare in modo che quell'infimo “prossimo” debba dipendere da noi, significa porsi su di un piedistallo e mettersi al centro quando in realtà si vale ben poco e quelle azioni non si fanno per la volontà di fare bene ad altri ed aiutare, ma per il proprio egoistico tornaconto.
È questa la natura degli uomini?
Se Dio non esiste, si.

Perché io, CREDO, ho la ferma e incontrovertibile convinzione che la natura degli uomini non si esaurisca a questo. Sono pazzo probabilmente, parlo di cose che non esistono e di cui non posso e non potrò mai avere la prova. Eppure....questo eppure muove i neuroni di miliardi di persone dalla notte dei tempi, EPPURE....
Quello che accade ora è che quasi tutti ci stiamo dimenticando di questo eppure e ci abbandoniamo a questa roboante e trascinante comodità, questa soddisfazione del proprio ego, questo placido benessere materiale che ci è stato inculcato e per cui siamo disposti a morire.
L'uomo potrebbe essere solo un animale, una sordida bestia, un essere infame...eppure quando guardo un uomo vedo molto di più. Quando guardo là, fuori dalla finestra, vedo molto di più. Quando sorrido e sono felice non sento solo la soddisfazione di alcuni desideri, ma sento qualcosa di più. L'uomo ha un valore immenso, che non si può ridurre alla descrizione data da poche o molte parole, fossero anche un'infinità...la vita ha un valore immenso, tutto ciò che ci passa davanti ha un valore immenso che non si esaurisce nel freddo materialismo. Anche Leopardi, pessimista e materialista com'era, immaginava questo infinito, lo vedeva, lo sentiva, si lasciava trasportare da esso e in esso coglieva quel significato che va oltre, che lo fa naufragare dolcemente in un mare sterminato, fatto di immensità, di dolci e forti emozioni che trascendono la semplice felicità e tristezza, che lo avvolgono in un tutto, in un eterno e incessante....qui non posso che fermarmi, è ineffabile questo “eroico furore” plotiniano, questa estasi, questo nirvana....qualunque parola non può che distogliere l'attenzione dallo sterminato e inenarrabile valore della vita, della realtà, dell'essere, del tutto, di Dio.
Chiamatelo come volete, non è affatto un problema di nomi, neanche di sostanza, non è nemmeno un problema, forse non è neanche. Però il semplice fatto che possa non essere, che sia o non sia, che mi ponga queste domande e che queste se le siano poste prima di me milioni di persone...
che sia tutta un'illusione? Forse data dal fatto che non possiamo rassegnarci a credere di dover morire e scomparire nello stesso nulla da cui siamo venuti, lo stesso nulla che ci ha creato. Assai probabile però anche questo nulla...e se fosse lui? Se non lo fosse? Se fossi soltanto io? Se fosse tutta un'illusione? Non ha importanza, illusione o no, vita o morte, tutto o nulla. Non voglio risposte e non voglio dare risposte, non voglio nemmeno porre domande. Non è rassegnazione. È Fede? Forse si, forse no.
Non ha importanza.
Chi sono io per presumere di raccapezzarmi quando nessuno ci è riuscito prima di me?
No, voglio solo percorrere la mia strada.
E mentre lo faccio vivo, vivo quel pezzo di eternità che mi avvolge, quando chiudo gli occhi e quando li apro mi avvolge l'infinito, quando rido e quando sono triste il cuore, la vita si colma di sé stessa e ogni quesito perde importanza.
La vita può veramente essere eterna. Perché l'eternità non è data da tante ore accostate, una dietro l'altra. L'eternità è in ogni singolo attimo, si esaurisce e rinasce, l'eternità è la Vita, è l'amore, è. L'eternità è ciò che si vede quando si aprono gli occhi, quando si abbandonano tutte le cose che non hanno valore, quando si smette di guardare il menu e si decide finalmente di pranzare a questo fantastico banchetto.

Culla di infinito,
alba dell'eterno
suono celestiale
non qui, non là,
ma ovunque è gioia
se quel briciolo di vita
si schiude, brilla
e tutto è luce, lo è sempre stato,
ma ad occhi chiusi
la luce non può penetrare.

E...se Dio non esiste, tutto è permesso.
Se Dio esiste, l'uomo è nulla.
Se tutto questo non ha importanza, se al centro non è l'uomo o Dio, se un maestoso turbine avvolge me, Dio, tutto e niente allora questa eterna danza acquista un senso, un valore, questo infinito è e non è, possiamo farne parte e non farne parte, ma tutto ciò non si fermerà e qui potremo danzare, gioire, piangere, con la consapevolezza dell'infinità che ci avvolge, di noi stessi, dell'immensità che è dentro di noi, del valore che abbiamo e che tutto ha.

E allora posso sperare, posso vivere, posso essere felice, posso credere che l'uomo non esaurisca sé stesso nell'essere bestia, sia uomo, voglia una sua Kirghisia, aspiri a specchiarsi nella gioia degli altri, a volersi esprimere per ciò che è.
E non ha importanza se posso o meno, perché non deve esserci una ragione: ogni motivo, ogni ragione, ogni importanza cade e perde rilievo, acquistando però quest'ineffabile, nuovo valore che colma ogni cosa, sovrasta tutto e con un semplice battito di cuore o con un delicato sorriso può farti vivere l'eternità.

Apri il cuore
balla, ama, ridi, piangi, vivi, muori,
fatti trascinare nel maestoso vortice
che è vita e morte
uomo e dio
felicità e tristezza
tutto e nulla.
Abbandonati nella più grande consapevolezza
che è quella di conoscere e amare
l'infinito, l'eterno che è dentro e intorno a te.

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