lunedì 15 dicembre 2008

Crisi, catastrofe

La nostra era altro non è che una bolla di sapone. Una gigantesca e illusoria bolla di sapone, nella quale ci siamo cullati e continueremo a cullarci finché così ci sarà concesso. Non da Dio, o qualche altro essere trascendente, ma da noi stessi. Un sistema destinato a crollare e a finire, come tutte le cose del resto. Un sistema che si basa sull'inesorabile sfruttamento di risorse destinate irrimediabilmente a finire, su di un'ingiustizia tanto tremenda quanto oscurata. Presto o tardi tutto questo finirà. Presto, perché stiamo veramente giungendo al limite. Tardi, perché forse qualcuno farà di tutto per perpetrare questa situazione il più possibile, come già viene fatto da parecchi decenni, secoli quasi. La prossima crisi non sarà come quella del '29. Sarà molto, molto peggio. Non sono né un economista né conosco troppo bene la situazione del pianeta, mi limito a riportare informazioni altrove ricevute da fonti che reputo maggiormente affidabili degli usuali telegiornali e giornali.
Il petrolio sta finendo, le risorse stanno finendo, il sistema economico sta crollando su sé stesso. Ciascuno stato è indebitato all'inverosimile e il suo debito continua ad aumentare, si consuma sempre di più, le risorse scarseggiano eppure la ruota del consumismo tende a girare sempre più velocemente, per produrre un profitto sempre maggiore: la vita di ciascun prodotto tende ad essere sempre minore, è implicito nello stesso sistema che un oggetto vada cambiato entro poco tempo, ben prima del suo reale decadimento.
Insomma non è proprio di questo che voglio parlare, queste cose penso siano ben note a tutti.
Quale destino si prospetta dinnanzi a noi? Quale futuro ci possiamo aspettare basandoci sul nostro presente?
Non si sta correndo ai ripari. Uno dei rappresentanti UE sulla supervisione dello sfruttamento delle risorse ha esplicitamente affermato che “il picco del petrolio non è niente più che una teoria”. No, non è una teoria. È teorico affermare che il petrolio debba finire entro una tale precisa data, ma è scientificamente dimostrato che presto finirà. Eppure nulla si sta muovendo, nessun provvedimento viene preso, le fonti energetiche rinnovabili soddisfano solamente lo 0,17% del fabbisogno energetico mondiale.
Quando questa bolla di sapone scoppierà, che ne sarà di noi, che ne sarà dell'uomo? Nulla lascia presagire che la condotta dell'umanità possa cambiare, abbandonando la classica e abusata linea della guerra, dell'ostilità e del fervido egoismo. Nulla, davvero. Per di più ogni singolo individuo, il vero fondamento della società, sta dirigendosi verso un'inconsapevolezza ammorbante, che delega al sistema stesso il compito di pensare. Il sistema, quest'entità tanto lontana quanto onnipresente, inconsistente quanto influente. Cos'è? Il sistema siamo noi, il sistema è ciò che ci rappresenta. Il sistema è l'egoismo che è in noi, il menefreghismo che sempre dimostriamo, l'ostilità che mai abbiamo abbandonato. E ai nostri più animaleschi (non me ne vogliano gli animali) istinti deleghiamo le nostre decisioni, il nostro futuro. Questo futuro che si prospetta nero, tremendo.
A questa situazione seguirà il caos. Un caos che vede ciascun popolo lottare contro l'altro, ciascun uomo lottare contro i suoi simili, per accaparrarsi le ultime briciole. Questo caos sfocerà nella catastrofe più tremenda, nelle esplosioni, nella distruzione più totale. Ben pochi si salveranno probabilmente. Però il mondo non finisce, il mondo cambia. Certuni intravedono nel futuro il sorgere di una nuova società, basata su di un uomo completamente diverso, consapevole, che riscoprirà (o scoprirà?) una nuova luce che lo conduca verso un destino più roseo e pacifico, una convivenza con il pianeta in cui vive, più che un dominio. Senz'altro auspicabili. Mi è tanto cara l'immagine proposta da Tetsuo Hara nel manga Ken il guerriero (altro che Hobbes, Kant o Platone, qui si citano manga giapponesi XD), dove una serie di guerre nucleari disastrose ha ridotto il pianeta ad un cumulo di sabbia, arido, dove pochi uomini sono rimasti: alcuni tentano di ricostruire una società più giusta, altri derubano le poche briciole rimaste, spargendo sangue e ulteriore distruzione, portandosi appresso gli ultimi residui della cosiddetta civiltà: le armi.
Bene, prendo i popcorn e mi metto in prima fila: che la fine abbia inizio!
No dai scherzo...ma anche no...però un po' di sano catastrofismo mi mette di buon umore! La verità è che la situazione non è disastrosa, ma neanche rosea come ci vogliono far credere i media, i politici e come tentiamo di persuadere noi stessi. Basta guardarsi attorno per capire che, probabilmente, qualcosa è destinato a cambiare nei prossimi anni, non necessariamente in peggio, però è bene farsi trovare un minimo preparati (un consiglio su tutti: non fare debiti, soprattutto a lungo termine). Il resto verrà, come da sempre avviene. Buona notte!

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