mercoledì 22 ottobre 2008

politica

Quando mi soffermo su cosa per me sia la politica mi sento molto combattuto al riguardo. Da una parte penso che politica sia tutto ciò che noi facciamo, quando lo facciamo pensando anche solo un momento alle persone con cui viviamo, alla collettività di cui facciamo parte. Non è così in fondo?
Ora, non voglio risalire al significato etimologico e preciso del termine, ma penso che ogni singolo gesto, se fatto con un'ottica e un'intenzione “collettiva” possa essere un gesto politico, un'azione fatta per perseguire il benessere sociale. Anche semplicemente gettare la cartaccia nel cestino anziché a terra, non è contribuire a rendere più vivibile la Nostra società?
E penso che ognuno di noi debba fare politica, nel suo piccolo e nel suo grande, al di là dei propri moralismi e della propria etica, ognuno vive con gli altri e con gli altri vivrà e in un qualche modo nei suoi pensieri dovrà farceli entrare.
Ma la politica sta assumendo un significato molto diverso oggi, in italia soprattutto. La politica viene delegata ad una casta lontana da noi; il mondo della politica è relegato in una scatola chiamata tv e alla lettura dei giornali. Non possiamo fare altro che commentare e spesso disapprovare tutto ciò che ci viene imposto, come fosse qualcosa di trascendente, su cui non possiamo intervenire.
E tutto ciò è spaventoso. C'è una distanza abissale tra il mondo in cui vivo e il mondo che descrivono giornali e telegiornali. E il nostro ruolo, il mio ruolo, qual è?
Sembra che non ci resti altro da fare che subire e cercare di sopravvivere, scaricando la mia frustrazione nel lavoro e nei pochi atti di ribellione sociale che vengono talvolta proposti (i vari Grillo&co). Eppure a ben pensarci anche tutti questi rientrano in questo formidabile sistema, fanno scaricare la nostra frustrazione, convogliano il dissenso in un unico canale, per poi sfogarlo e far tornare tutto come prima poco tempo dopo. Non voglio sicuramente dire che questi “paladini” della giustizia siano degli oscuri manovratori di folle controllati dalla casta che dicono di voler combattere. No, molto peggio. Questo sistema è così perché ha trovato un equilibrio. Un equilibrio fatto di omertà e menefreghismo, fatto di svogliatezza e impotenza. L'individuo ha perso il suo ruolo e la sua voce, delegandolo ad una vacua collettività che non rappresenta sé stessa e la persona.
E viviamo tutto con estrema passività. Deleghiamo ad altri la nostra attività cerebrale, ascoltiamo annuendo i politici o ci facciamo trascinare dai paladini dell'antisistema. Noi dove stiamo? Se il vivere insieme non parte dall'individuo perde tutto il suo senso, dovrebbe valorizzare la propria umanità, non calpestarla e bruciarla. È inutile prendersela con la casta politica o con la casta antipolitica, entrambe hanno ragione e hanno torto, gli unici con cui prendercela siamo noi. Siamo noi che permettiamo che tutto ciò che ci viene imposto ci venga imposto, siamo noi che votiamo quelli che ci governano e siamo noi che decidiamo di seguire i vari personaggi. La vera riforma non deve partire rovesciando l'attuale governo o sistema politico, la vera riforma deve partire da noi stessi, e da qui deve puntare sempre più in alto. E mai accettare a testa bassa ciò che ci viene imposto, perché siamo noi lo stato, siamo noi che facciamo politica, non poche persone chiuse in un palazzo ben addobbato, e siamo noi che viviamo la nostra vita.
Delirio finito...andate in pace! :P

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