Forse con un po' di ritardo rifletto su quella che è la mia definitiva e ufficiale dipartita dal liceo. Iniziava a stancarmi, e a starmi decisamente stretto. Non che abbia le pretese di voler sconfinare chissà dove, solo quelle cose sono decisamente troppo strette. La scuola scelta è stata indubbiamente un errore. Ho senz'altro ereditato parecchio da questo percorso, e non rinnego né il modo di ragionare né il metodo che questi anni mi hanno insegnato. Solo non sopporto proprio il sistema scolastico. Non sopporto tutti quei professori che non si sentono pedagoghi, che non vogliono aprire delle porte, battere il sentiero di un percorso e seminare qualcosa di utile e prolifico, ma solo snocciolare le solite quattro cose e chiudersi immediatamente dopo. Mi hanno stancato tutti quelli che non vogliono insegnarti la loro passione per qualcosa, forse perché mai l'hanno avuta e mai l'avranno, ma ti insegnano una materia, inutile come tante altre. Tutti quelli per cui sono stato il numero 9. Non Fabio, Lorenzi, quello che parla spesso e trova spesso da ridire, non quello che ogni tanto prova a metterci qualcosa di suo, ma unicamente quello che sta dopo il numero 8 e prima del numero 10. Quello che prende x nel compito. E mi sono anche stancato di tutti quelli che stavano dalla stessa parte mia della classe, non dietro una cattedra, e non hanno creduto minimamente di poter imparare qualcosa, di potersi appassionare. Quelli che “la scuola proprio fa schifo, fortuna che adesso c'è l'estate che mi sballo”, quelli che “ma tu studi? Che sfigato! Secchione!”. Quelli che sicuramente hanno capito ben poco di quel posto che hanno frequentato per almeno 13 anni. Eh sì, non ho un ricordo eccezionale della scuola, mi tornano sempre in mente certi aspetti, senz'altro negativi, che hanno malamente condito il mio vissuto scolastico. Di fianco a questi ci stanno altri esempi, opposti, di gente che si è impegnata per dare qualcosa a noi, per accendere un po' di sana curiositas, per stimolare a guardarsi attorno, ad appassionarsi a qualcosa, fosse la fisica o la filosofia. Ed è davanti a questi esempi che si è formato sempre più forte il desiderio in me di...trovarmi lì, da quella parte, davanti ad una quarantina di occhi puntati, un po' verso di me, un po' altrove, e aprirmi, insegnare la mia passione per qualcosa, raccontare il mio sogno attraverso una materia, un discorso, un concetto. Non per far passare quel concetto o quel discorso, poco conta. Passerà, come tutte le altre cose. Ma per far vedere che dietro quel concetto c'è qualcosa, che si è mossa per raggiungerlo, che si anima dietro di lui e, instancabile, vuole trasmettere quanto più di sé stessa ad altri. Non so se possa essere davvero il mio destino. Però davanti a certi esempi ho sentito veramente una grande ammirazione, e penso che sicuramente mi abbiano lasciato qualcosa. Che non è una nozione o un concetto, che probabilmente ho anzi già dimenticato, ma è la passione per qualcosa.
Nota a margine per l'esame di stato. Certamente deluso per quello che è venuto generalmente fuori, e sicuro che la colpa non è solo nostra. Ma anche di chi doveva cercare di tirare fuori il meglio di noi, e non l'ha sicuramente fatto. E ho qualche dubbio anche sul fatto che ci abbiano realmente provato. Ok, è solo uno stupido numero, e noi non siamo numeri. Mi rammarica il fatto che quei numeri che non siamo in molti casi non rispecchino minimamente l'impegno di alcuni di noi, e dimostrino di aver tentato veramente poco di conoscerci.
Da parte mia però non mi lamento affatto :-P
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2 commenti:
Bellissimo post, Fabio, mi ci sono rispecchiato perfettamente; sia sotto l'aspetto dei professori "che non vogliono aprire delle porte", sia sotto quello dell'errore nella scelta (è capitato anche a me).
A settembre mia figlia più grande farà l'ultimo anno delle medie e già ci troviamo (lei compresa) nell'eterno dilemma su cosa fare dopo, quale scuola scegliere, quale indirizzo.
Stasera, quando torna, le farò leggere il tuo post. Penso che le sarà utile.
Ciao.
Grazie del commento :-)
Buona serata e auguri alla figlia per la scelta. C'è da dire che non è sicuramente una scelta definitiva, però condiziona parecchio. Quello che sono ora, nel bene e nel male, in parte è ciò che mi è stato insegnato per gli ultimi 5 anni. E, al di là della scuola, contano i singoli prof, la fortuna di trovare qualcuno valido tra tanti incapaci: io ho trovato prof migliori tra quelli dell'area umanistica rispetto a quelli dell'area scientifica, e facendo lo scientifico avrebbe dovuto essere il contrario. Purtroppo questo conta ancora tanto, e se avessi avuto prof tutti di un certo tipo (come una in particolare con cui veramente non mi trovavo) penso avrei imparato molto meno e avrei anche potuto scegliere un percorso diverso per il futuro. Contento di aver trovare qualcuno assai meritevole invece.
Ciao
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