Io non voglio compiere una scelta. Anzi. Io voglio scegliere tutto. Se scegliessi qualcosa, se mi fermassi...tutto si quieterebbe, anche ribadendo la stessa scelta ogni volta. Quando ti immergi per il primo attimo in una scelta sei nell'estasi più completa, raggiungi l'amplesso, il culmine dell'essenza stessa del tuo, del suo essere. Ma come può 'durare'? Se anche 'durasse' si perderebbe irrimediabilmente...l'abitudine l'ammazzerebbe. Percorsa cento volte la strada più bella appare niente più di tutte le altre. Non è una questione della strada, fa tutto parte di come vediamo la strada. E, per ogni cosa, dopo un po' l'uomo sostituisce a 'ciò che vede', qualcos'altro, 'ciò che sa che dovrebbe vedere'. La cosa si annebbia, si oscura, sparisce. La cosa più magnifica diventa bella, carina, normale, noiosa, pedante. Come si può non essere spinti verso qualcos'altro? Perché rimanere legati a qualcosa di vecchio, stantio?
“Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un'antica usanza
che suole aver la gente.”
(Il dilemma – Giorgio Gaber)
il loro amore moriva...una volta raggiunto l'apice è inevitabile il, seppur lento, declino. Ma ci si aggrappa a qualcosa di vecchio, a “parole che ognuno sa a memoria”, senza sapere se neanche più ci si crede veramente...
Il seduttore non si focalizza su un oggetto solo. La contemplazione di un oggetto è destinata a vanificare ogni tenace sforzo di bellezza, col tempo. Il tempo. Bisognerebbe eliminarlo, il tempo. Frantumarlo in ogni singolo istante, spezzare la catena passato-presente-futuro e creare un unico, grande, eterno presente. In questo presente riverberano gli antichi spettri dei ricordi e le aspettative future, ma sono come annebbiate in una dimensione che le vanifica, in quanto lo sguardo è rivolto all'eternità del presente. Un presente nuovo, magico, diverso dopo ogni istante, che muore, vive e rinasce a sé in ogni attimo. Fermarsi...sarebbe rimanere fermi alla morte, non compiere una nuova rinascita. L'unico riferimento è il mio rapportarmi al tutto, l'unico riferimento è il tutto. Carpe diem.
Così tutto muore, tutto rinasce. Sì, il loro amore moriva, ogni giorno. E ogni giorno rinasceva. E...poi?
(buio)
martedì 21 aprile 2009
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