domenica 19 aprile 2009

Alla fine

È incredibile come alla fine di ogni discorso, alla fine di ogni canzone, ogni vita, ogni cosa...si depositi il seme della speranza. Nel corso della vita. Quanti si sono spostati dal nichilismo più totale ad una sorta di teologismo mascherato? Quanti hanno distrutto tutto per poi rinascere, sia pur come un piccolo punto luminoso, una piccola ginestra nel deserto dell'esistenza?
Tanti.
La domanda che molti si pongono è “e se non fosse tutto qui?”. La domanda che altri si pongono è “e se tutto quello che c'è oltre fosse solo una insulsa creazione mentale per giustificare la nostra paura dell'ignoto? O, ancor meglio, del nulla?”
Il nulla più totale, la morte. Abbiamo paura. Proiettiamo quello che è un nostro bisogno nell'immagine distorta di quella che è una realtà che noi stessi contribuiamo a creare, e vediamo speranzosi un punto luminoso in quella che non è altro che una semplice immagine riflessa. Ma allora la luce c'è! Stolto, se credi di vederla. 'Eppure tu esisti, che significa?' Credi forse che ci sia un significato nelle cose? Significato è qualcosa che vi attribuisci tu, a posteriori, non qualcosa di insito nella realtà stessa. L'idea di fine...un'altra categoria dell'intelletto umano applicata alla realtà. La verità è che nessuna di queste esiste nella realtà. La verità è che neanche l'esistenza è qualcosa di insito nella realtà. Neppure la realtà è reale. Sono tutte costruzioni che non hanno niente a che vedere con la vera 'essenza' (un altro termine per definire qualcosa di indefinibile...)...
Come porsi dinanzi a questo? Rifiuto totale di ogni categoria? No, è totalmente impossibile, noi siamo queste categorie, la realtà è quella che ci creiamo, con tutte le cose che vi attribuiamo. Accettazione incondizionata? Neppure, un'immagine così distorta inficia ostinatamente qualsiasi ricerca un minimo approfondita e disincantata delle cose. E se l'amore fosse solo quell'elegante cornice che abbiamo voluto dipingere attorno alla procreazione? Se, se, se...e se dal rifiuto di ogni certezza potesse nascere qualcosa? Dal soloipsismo più totale sorgesse qualcosa? Non sarebbe la solita insulsa creazione mentale? Una delle tante illusioni? Se l'essenza fosse data proprio da queste illusioni? Illusioni...appunto. Niente di reale, ma abbiamo forse bisogno della realtà? Quando una dimensione onirica soddisferebbe assai più facilmente i nostri bisogni...che senso ha scontrarsi col reale? Che senso ha porsi delle domande? Nessuno. Però lo faccio, non si sa mai che qualcuno risponda.

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