Cos'è un atomo? La parola trae origine dall'atomos democriteo, che significa “indivisibile”. L'atomo è la parte più piccola della materia, è indivisibile, è il suo mattoncino fondamentale, una microscopica biglia che, sommata a tutte le altre, compone il mondo materiale come lo conosciamo. E il mondo materiale è composto da atomi, i quali vanno ad occupare uno spazio vuoto, e in esso si muovono. Questa visione esclude totalmente l'energia. Il modello atomico della fisica classica ci rappresenta un nucleo, di carica positiva, attorno al quale orbitano degli elettroni carichi negativamente. Andando ad osservare il mondo a livello atomico ci aspetteremmo quindi di vedere queste componenti materiali. Niente affatto. L'atomo ci si presenta come qualcosa di assolutamente....invisibile. L'atomo quantistico, come studiato dagli inizi del 1900 ad oggi, è qualcosa di invisibile e privo di consistenza. È dato da elettroni, infinitamente piccoli, che ruotano incessantemente e vorticosamente attorno ad un nucleo, di dimensioni anch'esse infinitamente piccole. Però l'elettrone non è una vera e propria particella. Il suo comportamento varia tra quello di un corpuscolo e quello di un'onda, non ha consistenza, è energia in movimento. Lo stesso nucleo è anch'esso energia, presente sotto forma di materia. È per questo che nelle stelle i nuclei atomici dell'idrogeno danno vita a pura energia, perché essi stessi non sono altro che pura energia, sotto forma di materia. E=mc^2 significa questo appunto: la materia è energia. Un atomo è un piccolo vortice di energia e, come tale, emette un campo elettromagnetico, cioè emette delle vibrazioni, le quali andranno ad interagire con l'ambiente, con gli altri atomi. La consistenza che percepiamo di un atomo, la sua solidità, ci è data dall'interazione tra il nostro campo elettromagnetico ed il suo, quando arrivano a distanza minima (senza toccarsi) e la repulsione è più forte della forza con cui i corpi si avvicinano. Però un atomo, lo ribadisco, non ha consistenza materiale, la solidità percepita è solo un campo elettromagnetico. Un atomo, quindi, emette vibrazioni, e riceve vibrazioni dall'ambiente esterno. Queste vibrazioni di energia possono anche modificare l'atomo stesso.
Il corpo umano è fatto di atomi. Il corpo umano, pertanto, emette un campo elettromagnetico, emette e riceve vibrazioni, che andranno a modificare il corpo e lo faranno reagire in risposta all'ambiente esterno. La fisica quantistica è arrivata a giustificare la telepatia, in quanto scambio di vibrazioni tra due esseri umani, qualcosa di estremamente semplice. Una gazzella non ha bisogno di chiedere ad un leone se ha o meno cattive intenzioni, riceve da esso delle vibrazioni che, non in armonia con le proprie, le fanno percepire una situazione di pericolo. Quando entriamo in un ambiente che ci pare ostile, quando avvertiamo ostilità da un'altra persona è dato anche dalle vibrazioni che riceviamo, le quali, non in armonia con le nostre, ci fanno reagire di conseguenza. Questo è riferito ai 5 sensi, e al “sesto senso”, alle sensazioni che percepiamo, mai pienamente giustificate, ma con le quali l'uomo ha convissuto dalla notte dei tempi, e che si è sempre ritrovato ad oscurare e ritenere non valide. Pensata in questi termini la guarigione tramite l'imposizione delle mani, per quanto assurda, può avere una giustificazione: energia, vibrazioni emesse e ricevute, che possono potenzialmente modificare la stessa struttura atomica, la materia. Oppure il sesto senso, il presagio, la telepatia, l'affinità, si possono giustificare come scambio di vibrazioni, di energia. Tutto molto semplice: gli atomi comunicano unicamente attraverso questi scambi di vibrazioni e, pertanto, è in base ad essi che ricevono input e reagiscono.
Questo ci porta al primo punto: dall'ambiente riceviamo vibrazioni, le quali interagiscono con noi e possono essere con le nostre in armonia o in disaccordo, possono amplificarle come ridurle. Dall'ambiente percepiamo una molteplicità di informazioni, che ci danno un'idea di come lo stesso sia, che ci influenzano, influenzano la nostra idea dell'esterno e con le quali ci dobbiamo rapportare.
Cosa accade di queste informazioni? Vengono da noi interpretate, e noi ci regoliamo di conseguenza.
Secondo punto: noi regoliamo, a livello inconscio, il nostro modo di vedere la realtà secondo le nostre aspettative, secondo la nostra soggettività. Una volta ricevute queste informazioni dalla realtà, una volta percepito l'ambiente come ostile indossiamo un “filtro” che ci fa inconsciamente vedere tutto come ostile, perché convinti che lo debba essere. Non è nient'altro che la soggettiva visione della realtà, frutto del convincimento che abbiamo di come debba essere. Una persona pessimista vedrà tutta la realtà dal suo punto di vista, mentre una persona ottimista vedrà la stessa realtà in modo completamente diverso. Questo per l'atteggiamento con cui si pone di fronte ad essa, per il filtro che decide di indossare, in rapporto alle aspettative che ha di fronte alla realtà. Questo è un processo inconscio, frutto di una sorta di “programmazione” che abbiamo ricevuto e di tutte le influenze che riceviamo e ci comandano di vedere la realtà in un certo modo.
Ora il terzo punto: la realtà dipende da noi. Noi interagiamo con questa realtà, in risposta alle vibrazioni che riceviamo ne emettiamo delle altre, le quali sono frutto del nostro modo di interpretarla. Un esempio banale: ci svegliamo con la luna storta, ci regoliamo di conseguenza e agiamo in maniera da emettere vibrazioni che si sommino a quelle (già negative) ricevute. La realtà è negativa sotto 3 aspetti: la realtà stessa, il filtro di “pessimismo” con cui la vediamo, e le vibrazioni negative che contribuiscono a peggiorarla. Così come il mondo esterno ha influenzato noi, noi influenziamo il mondo esterno, nello stesso identico modo, attraverso vibrazioni ed energia che si somma o si annulla. E approfondiamo il punto parlando ancora di fisica quantistica. Questa branca della scienza ci insegna una cosa importantissima: a determinare la realtà è fondamentale l'osservatore. La realtà è data da possibilità, e dal soggetto che sceglie una di queste possibilità e la identifica come reale. Un oggetto è potenzialmente dappertutto, il suo essere in un posto dipende strettamente dal fatto che l'osservatore lo ha lì collocato. Sono concetti parecchio oscuri, non pienamente giustificati e assai difficili da comprendere. La realtà è l'interazione tra un mondo di possibilità ed un osservatore che ne identifica una sola come reale. L'ambiente per come ci appare non è quindi qualcosa di esterno, che influenza noi, terminali passivi. Siamo noi stessi a determinarlo e noi stessi ad influenzarlo. La realtà non è qualcosa di esterno e immutabile, è strettamente collegata a noi, siamo noi stessi a determinarla e modificarla.
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